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Alessio Roverato, "Giallomania"

Intervista a Alessio Roverato, credits fotografici Matteo Mocellin

Alessio Roverato e Angela Carraro aprono "Giallomania", una via difficiole e selettiva che risale la parete Ovest del Monte Spitz, in Val Gadena.
11 tiri, difficoltà obbligatoria di 7a e difficoltà massima di 8a su roccia non sempre perfetta...

Alessio ci parla di questa sua strana passione "per il giallo" in un'intervista.



Da quanto tempo arrampichi?
Arrampico da 14 anni.

Parlaci della tua passione singolare per la roccia dubbia e i posti difficilmente raggiungibili.
Ho sempre amato i luoghi selvaggi e poco frequentati dalle persone perché ti fanno vivere la vera avventura e ti lasciano ricordi indelebili.Ogni cosa che non è facile da ottenere rappresenta in qualche modo una sfida che se vissuta e affrontata nel giusto modo ci può far crescere e allo stesso tempo ci può dare grandi soddisfazioni.
Non è corretto dire che ho passione per la roccia dubbia. È vero che alcune vie più o meno impegnative che ho voluto affrontare avevano roccia pessima in alcuni tratti, ma c'è stata tutta una serie di circostanze che mi ha portato ad affrontarle.
Forse è più corretto dire che mi piacciono le pareti snobbate dalla maggioranza degli alpinisti... Ci sono posti dove la roccia non è sicuramente buona eppure ci vanno tutti perché magari sono solo famosi, nient'altro.



Perché ti cacci in situazioni oggettivamente pericolose? Sei tu a cercarle o sono loro a trovare te?
L'Alpinismo è sempre pericoloso. Se uno pensa di fare alpinismo senza correre rischi non ha molto chiaro quello che sta facendo. Logicamente poi ci sono itinerari più pericolosi di altri.
Sinceramente quando una parete o una via mi attrae non penso principalmente a quanto possa essere pericolosa, ma piuttosto cerco di pensare a come affrontarla nella maniera più sicura rispettando ovviamente quello che è stato lo stile degli apritori.

Potendo scegliere preferisci un 8a su placca perfetta o un 7a su roccia dubbia?
Entrambi hanno il loro fascino...



Quale è la via più bella che hai aperto ma che non ripeteresti?
Non c'è una via tra quelle che ho aperto che non ripeterei.
Forse "Momento Libero" o "Giallomania" saprei di doverle affrontare con la preparazione giusta perché non si può più scendere in doppia da un certo punto in poi.

Quale è la via che hai ripetuto e non ripeteresti ancora?
Senza ombra di dubbio la "Miotto-Bee-Groaz" sulla parete Sud-Ovest del Pelmo. In alcuni tratti è davvero molto pericolosa.



Che scarpette utilizzi?
In falesia uso principalmente le Mago.
Su itinerari di più tiri utilizzo invece le Instinct VS o le Boostic.



Quanto tempo ci vuole prima di pensare/decidere/pianificare di provare una via come il Diedro di destra del Burel?
Ci vuole un attimo... Il problema è trovare poi un compagno fidato che sia disposto a venire in quei posti fuori dal mondo e pieni di zecche.



Cos'è la Giallomania e da quanto tempo ne soffri?
"Giallomania" è una specie di malattia di cui sono affetto da quando ho iniziato ad arrampicare.
Non so perché ma quando vedo una parete gialla mi affascina in maniera decisamente maggiore rispetto ad una parete grigia. Poi però quando mi ci ritrovo nel mezzo mi pento sempre della scelta...



Parlaci di questa nuova via. Cosa consigli ai temerari che vorrebbero ripeterla?
"Giallomania" è il nome che ho voluto dare all'ultima via nuova che ho aperto assieme ad Angela. Si trova in Val Gadena, una valle laterale della Valsugana: sicuramente un posto poco conosciuto ma ciò non toglie che sia meritevole di una visita. Quando si è appesi su una delle due pareti che formano la valle il panorama è davvero suggestivo.
Per quanto riguarda la via vera e propria non è sicuramente una salita che consiglierei di ripetere: l'arrampicata non è piacevole, la roccia non è buona e l'accesso non è breve.
Ma per chi ha voglia di farsi un piccolo viaggio guardando il tutto da un punto di vista un po' più "alpinistico" posso dire che questa salita potrà dargli delle belle soddisfazioni se affrontata con la giusta preparazione.
L'esposizione è entusiasmante e la linea ha una certa logica infatti cerca sempre i tratti più facili in mezzo a quel mare di tetti.

Crediti fotografici Matteo Mocellin

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