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Scopriamo il Soccorso Alpino

Competenze tecniche elevate e gioco di squadra, questi i segreti per il successo.

Uomini e donne dal cuore grande, con una smisurata passione per la montagna e la voglia di aiutare chi si trova in difficoltà: chi sono questi soccorritori che uniscono al di per sé inutile passatempo dell’andare per monti, il senso della solidarietà?

Lo abbiamo chiesto ai vertici del Soccorso Alpino e Speleologico del Veneto.

 

“Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) è una associazione di volontariato organizzata piramidalmente con una struttura nazionale, delle strutture regionali o provinciali (Trento, Bolzano, Aosta), delle Zone/Delegazioni ed infine le Stazioni.

I volontari, tutti formati secondo piani formativi ben definiti, non sono altro che il supporto tecnico di soccorso della sanità pubblica, ovvero svolgono l'attività tecnica di soccorso in ambiente impervio ed ostile.

Capite bene quindi che l'attività di soccorso sanitario alle persone svolte dal CNSAS viene sempre attivata dal Servizio di  Urgenza ed Emergenza Medica - SUEM di riferimento territoriale.”

 

 

Quindi, che numero bisogna chiamare per richiedere un intervento del soccorso alpino?

“Innanzitutto bisogna essere informati riguardo l'attivazione e funzionalità nella propria regione del 112 come Numero Unico d'Emergenza (N.U.E.) previsto dalle direttive europee. Questo servizio sta venendo attivato con tempistiche e funzionalità differenti a seconda delle diverse regioni/provincie.

È già attivo in regioni quali Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Bolzano, Trento, Friuli, Roma e parte della Sicilia. Quindi in queste regioni/provincie va formato il numero 112 per ogni richiesta di soccorso di qualunque genere. Il centralino del 112 provvederà poi a smistare ai vari operatori della sicurezza (Polizia Carabinieri GdF Vigili del Fuoco Suem etc)

In Veneto, come in altre regioni, bisogna invece comporre il 118, che è l'utenza d'emergenza in caso di bisogno di assistenza sanitaria. Gli operatori del SUEM ricevono le chiamate e provvedono ad attivare, oltre al proprio personale sanitario, le altre forze di Pubblica sicurezza ovvero d'emergenza che si rendono necessarie. Tra queste vi è anche il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico. Concludendo quindi, per qualsiasi necessità di soccorso in ambiente montano o ipogeo o comunque in ambiente ostile ed impervio, in Veneto e dove non sia attivo il NUE 112 si dovrà comporre il numero 118.”

 

 

Chiaro! E poi cosa succede? Come funziona la chiamata quando venite allertati?

“Ogni volta che perviene all'utenza 118 una richiesta di soccorso in montagna, l'operatore della centrale Suem allerta l'equipaggio dell'elisoccorso che si predispone a decollare qualora ve ne siano le condizioni. In ogni base di elisoccorso del Veneto è sempre presente un Tecnico di Elisoccorso del Soccorso Alpino nell’equipe di bordo. Inoltre nel periodo invernale, nella base di Elisoccorso di Pieve di Cadore è sempre presente una unità cinofila  (conduttore + cane) appositamente preparata ed addestrata ad intervenire per portare soccorso in caso di persone travolte da valanga.

Contemporaneamente all’elisoccorso, il 118 allerta la Stazione di soccorso alpino competente per territorio. In Veneto abbiamo 19  Stazioni nell'area bellunese trevigiana e 6 in quella vicentina veronese. Ogni Stazione ha in uso tre telefoni reperibili.

Ricevuta la chiamata, il Capo Stazione organizza una o piu squadre di volontari che si sono resi disponibili e raggiungono la zona di intervento per operare in autonomia in supporto all'équipe medica (se riesce ad arrivare sul posto) oppure fornendo ausilio operativo all'equipaggio del velivolo dell'elisocorso.

In qualsiasi caso gli operatori del soccorso alpino mantengono un costante contatto radiofonico con la centrale del SUEM 118 di riferimento.”

  

Ci hai detto che il soccorso alpino è formato principalmente da volontari, ma ci sono comunque mezzi e risorse in gioco. Chi paga gli interventi?

“Tutti i costi attinenti il soccorso rientrano nelle spese di gestione del sistema della sanità pubblica regionale. Però, in considerazione degli elevati costi necessari per queste  tipologie di soccorsi, la Regione Veneto, sull'esempio di quanto deciso anche in altre regioni italiane, ha stabilito le regole onerose di compartecipazione alla spesa pubblica per interventi (sanitari e non) nell'ambito dello svolgimento di determinate attività ludico/sportive.

Con questo voglio sottolineare che il Soccorso Alpino non riceve compensi monetari per gli interventi do soccorso effettuati, è il SUEM che stabilisce quando e quanto far partecipare alle spese l'utente, nel rispetto di quanto stabilito con la normativa regionale unificata.”

Un’attività delicata, in ambienti pericolosi e con lo stress dell’emergenza. Quanto è importante la competenza tecnica individuale e quanto il gioco di squadra?

“Sono entrambe molto importanti. Ogni volontario, per poter entrare a far parte del Soccorso Alpino, deve superare una verifica di attività alpinistica su roccia ed una in ambiente innevato. Superato il primo sbarramento, l'aspirante operatore deve frequentare una serie di moduli formativi di attività alpinistiche sia individuali che di squadra con costanti verifiche attitudinali, da ripetersi poi con cadenza triennale. Il non superamento di queste prove fa decadere l'operatività in attività di soccorso.

L’azione congiunta di una squadra è ancor più importante poiché è impossibile pensare ad effettuare un soccorso individualmente. È perciò richiesta un'ottima collaborazione e rapporto fiduciario tra i singoli operatori: tutti devono saper far tutto per la celere e positiva realizzazione del soccorso in essere.

Comunque, ciò che caratterizza in maniera esclusiva l'operatività del Soccorso Alpino rispetto ad altre organizzazioni anche di carattere pubblico e professionale è la conoscenza  del territorio montano dei componenti delle diverse Stazioni. Questo permette una migliore localizzazione del luogo di intervento, facilita la mobilitazione delle squadre e velocizza il soccorso in ambiente ostile, che è per natura laborioso e complesso.

 

Inoltre, ciascun operatore volontario del Soccorso Alpino ha dalla sua parte, oltre alla preparazione tecnica e alla conoscenza del territorio, il vantaggio della passione per la montagna e lo spirito di solidarietà tipico di coloro che la frequentano.”

 

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